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Ritrovarsi senza casa dopo la perdita improvvisa del lavoro, il sopraggiungere di una malattia o la separazione da un coniuge. Una situazione di fragilità temporanea come questa può trasformarsi in disagio ed esclusione sociale permanente quando non si interviene per tempo.

La rete dell'housing sociale di Progetto Arca è pensata per offrire risposte diversificate a bisogni abitativi differenti.

Dal cohousing dell'Abbazia di Mirasole ad Opera rivolto a nuclei mamma-bambino senza una rete primaria di sostegno all'ospitalità in residenzialità sociale temporanea per famiglie con figli sfrattate per morosità incolpevole o in attesa di casa popolare, ai progetti di autonomia abitativa che offrono accoglienza in appartamento a nuclei che non possiedono i requisiti per accedere alle graduatorie dell'edilizia pubblica ma neppure possono permettersi una casa sul mercato libero.

La famiglia viene sollevata dal peso di un mutuo o di un affitto che non riesce a pagare per il tempo sufficiente a stabilizzarsi e a riorganizzare le proprie risorse per ritrovare l'autonomia.

In tutti i casi, l’accoglienza - limitata nel tempo (dai 6 ai 18 mesi), gratuita o con un contributo alle spese proporzionato al livello di autonomia degli ospiti - è integrata ad un più ampio progetto di accompagnamento in cui è la famiglia nella sua interezza ad essere sostenuta: dall’avvio di un piano di risparmio, alla ricerca di occupazioni lavorative, al sostegno dei minori nello studio.
Grazie a colloqui a frequenza variabile in relazione alla complessità della condizione familiare, un'équipe di educatori, psicologi e assistenti sociali segue ogni nucleo nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo definiti nel patto di ospitalità sottoscritto.

Aiutiamo la famiglia ad orientarsi sui servizi del territorio, ad accedere a sussidi e agevolazioni, che spesso non sa di poter ottenere, avviamo con lei un piano di risparmio e la supportiamo nella ricerca di occupazioni lavorative o di occasioni di formazione professionale.

Quattro gli obiettivi definiti nel patto di ospitalità su cui si lavora: indipendenza economica, ambiente e relazioni, rapporto con i minori ed educazione all’uso dei soldi e dei risparmi.
Non solo un salvagente per l'emergenza abitativa, ma un punto di attivazione che mette al primo posto il reinserimento sociale e lavorativo.

 

 

 
 
 

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