Senza tetto, non senza diritti. L'impegno dei 700 Avvocati di Strada

 

Si definiscono con ironia “lo studio legale più grande d’Italia, e anche quello che fattura meno”. Sono gli Avvocati di Strada, un pool di oltre 700 legali volontari, che da quattordici anni difendono e tutelano gratuitamente le persone che vivono sulla strada. Perché, senza tetto non significa senza diritti.


Grazie a loro, più di 3mila persone bisognose hanno potuto ricevere assistenza legale nel corso del 2014, per un valore di oltre 2,2 milioni di euro di lavoro volontario.
Attivi in 40 città italiane, l’Associazione Avvocato di Strada è presente a Milano con due sportelli: uno presso il nostro Centro di Accoglienza Notturna in via San Giovanni alla Paglia 7 (mercoledì, dalle 14 alle 16) e l’altro presso il Centro Culturale San Fedele (giovedì, dalle 14 alle 16).
Abbiamo incontrato l’Avvocato Elena Rossi, responsabile dello sportello milanese, dal 2008 in prima linea per affermare i diritti fondamentali di chi dorme in strada, ma sogna una vita normale.

Il vostro bilancio sociale parla di un picco delle richieste nell’ultimo anno. Quali sono le principali problematiche che affliggono chi vive in strada?

C’è stato un cambiamento importante negli ultimi anni. Fino a poco tempo fa erano soprattutto gli immigrati e le persone economicamente più deboli a rivolgersi ai nostri sportelli. Oggi, complice la crisi economica, sono aumentati i casi che riguardano i cittadini italiani. Spesso si tratta di persone che fino a non molto tempo fa appartenevano al cosiddetto “ceto medio”. Hanno perso il lavoro, esaurito tutti i risparmi, e non riescono più a mantenere una casa. A volte si finisce in strada anche per una separazione improvvisa.
Nei nostri sportelli di Milano, le cause in materia di lavoro e di separazione coniugale sono aumentate del 20% nell’ultimo anno e mezzo.

Il diritto alla residenza è una delle vostre battaglie storiche. Chi finisce in strada lo perde e perde così anche tutta una serie di diritti fondamentali. A quando una soluzione?

Da quando è nata, nel 2007, l’Associazione Avvocato di Strada si batte perché il problema della perdita della residenza anagrafica, legato alla mancanza di un’abitazione, venga risolto dalle istituzioni politiche competenti.

L’iscrizione nei registri anagrafici è il presupposto imprescindibile per beneficiare dell’assistenza sanitaria nazionale, per esercitare il diritto di voto, iscriversi alle liste di collocamento, aprire la partita IVA e, in generale, per godere dei diritti riconosciuti dallo stato sociale.

Questa battaglia è stata intrapresa da Avvocato di Strada anche a Milano insieme alla promotrice Associazione Libera e ad altre associazioni. Stiamo raccogliendo le firme di 36 consiglieri di zona per sottoporre al Consiglio Comunale una proposta di delibera d’iniziativa popolare per il riconoscimento del “Diritto di residenza anagrafica”. Siamo fiduciosi...

Essere un Avvocato di Strada permette di guardare da una prospettiva inedita la realtà di chi vive ai margini. Cosa ti ha insegnato questa esperienza?

Per prima cosa, a non generalizzare mai. E’ facile scivolare in stereotipi comuni, come l’idea che l’essere senza dimora sia il frutto di una libera scelta e che chi vive per strada sia un fannullone o una persona pericolosa con problemi con la giustizia. Come volontaria di Avvocato di Strada, ho imparato che dietro a un senza tetto ci sono un uomo e una storia. Un uomo che continua ad avere dei diritti, indipendentemente da come sia arrivato in strada, e una storia, che merita di essere sempre ascoltata senza pregiudizi.

Battaglie vinte, battaglie in corso e speriamo anche tante storie a lieto fine. Ce n’è una che ricordi con piacere e che vuoi raccontarci?

Certo, più di una. Ricordo la storia di un senza tetto in sedia a rotelle che aveva perso gli arti inferiori e viveva su una pensilina della Stazione Centrale di Milano. Aveva smarrito la tessera bancomat e non poteva più prelevare i risparmi, che nella sua “vita precedente” aveva guadagnato facendo il musicista, e che conservava in una banca tedesca. Con gli avvocati di strada ci siamo attivati per trasferire i suoi soldi su un conto italiano e per consegnargli un nuovo bancomat. Oggi può disporre di nuovo dei suoi risparmi, ma la sua casa è rimasta la stazione.

Un'altra storia è quella che ha coinvolto tre senza tetto proprietari di cani, che sostavano in una via del centro di Milano. I negozianti non li volevano nei paraggi, ma la Polizia Locale non aveva elementi per allontanarli. Alla fine, sequestrarono i cani accusandoli di non tenerli secondo le norme igienico sanitarie. Tutto falso: per quanto i loro padroni non avessero un soldo, quegli animali erano adorati, nutriti, e in regola con tutte le vaccinazioni. Gli Avvocati di Strada si sono subito messi in moto. Abbiamo fatto ricorso alla ASL, prodotto tutta la documentazione veterinaria, e raccolto le firme dei simpatizzanti. L’abuso è stato smascherato, i cani restituiti ai loro compagni di strada.

 

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