La scuola è arrivata nei campi profughi siriani di Marjayoun, nel sud del Libano. Ed è un piccolo grande pezzo di normalità che viene ricucito, in un contesto dove più nulla è normale. Bambini scappati dalla guerra e dalla miseria, che da anni non frequentavano la scuola, non avevano un insegnante, un quaderno, sono tornati fra i banchi e hanno ripreso a studiare.
Nei campi profughi di Marjayoun vivono 2.800 persone, di cui quasi la metà sono minori. Non potendo andare a scuola, è stata la scuola ad andare da loro. Gli operatori di Fondazione AVSI e Unicef hanno allestito tende in ogni campo, attrezzandole con banchi, tappeti e lavagne.
Sono aule improvvisate, ma accoglienti e spaziose, dove i bambini possono frequentare corsi di recupero e di alfabetizzazione e applicare, giocando, quel che hanno imparato. Passa dal gioco ogni attività, anche quelle di sensibilizzazione sui temi della salute, dell’igiene personale e del corretto utilizzo dell’acqua, in cui anche le mamme vengono coinvolte.
Un problema, però, restava ancora: far arrivare gli insegnanti in tutti e ventuno i campi profughi della piana di Marjayoun, una regione dove gli spostamenti sono difficoltosi a causa dell’insufficienza dei trasporti pubblici e della mancanza di collegamenti.
Per colmare questo bisogno, Progetto Arca ha deciso di sostenere l’attività di Fondazione AVSI con l’acquisto di un pulmino. Gli insegnanti potranno viaggiare così da un campo all’altro, portando con sé tutto il materiale scolastico necessario. Accorciandosi le distanze, le lezioni potranno diventare più regolari e coinvolgere un maggior numero di studenti.
Proprio in queste settimane, il nostro pulmino ha cominciato a macinare i suoi primi chilometri. Il diritto all’istruzione non può conoscere confini.
#profughienoi #tende @FondazioneAVSI e @ProgettoArca nel campo di Marj El Khokh pic.twitter.com/qhcbwYygKb
— Jihan Rahal (@rahaljihan) 30 Ottobre 2015
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