Babbo Natale come uno dei tanti senza dimora che dormono per strada?
Ѐ ciò che i passanti si sono chiesti questa mattina alle fermate degli autobus, osservando quella figura dall’inconfondibile barba bianca e giubba rossa, accovacciata sotto una coperta.
Milano si è svegliata così.

Sotto le pensiline, in quattro punti della città (piazza Lega Lombarda, via De Amicis 7, Via Ariosto 4, piazza Cinque Giornate 6), l’installazione dello street artist Andrea Villa per Progetto Arca spiazza, provoca e induce a riflettere sulla condizione di vulnerabilità che sempre più persone sperimentano.
Come si legge nell’affissione a caratteri cubitali che accompagna l’opera: “La povertà può colpire chiunque”. Persino Babbo Natale che, rimasto senza lavoro e senza casa, dorme su un letto di cartoni, riparandosi dal gelo sotto il tetto di una pensilina.
Attraverso questa installazione, Progetto Arca richiama l’attenzione pubblica sulla povertà come fenomeno diffuso e trasversale, che colpisce anche chi ha un’occupazione stabile, perché un lavoro non basta più a garantire benessere e sicurezza.
Come spiega l’artista Andrea Villa (con la maschera, in foto):

La figura universale di Babbo Natale è utilizzata per denunciare in modo diretto la crescita della povertà e il senso di abbandono che colpisce sempre più persone.
Il simbolo per eccellenza della festa e della bontà diventa qui un senzatetto accasciato sotto coperte logore: un’immagine semplice ma potentissima, che racconta la fragilità di chi vive per strada e la perdita di un luogo da chiamare ‘casa’, nel suo significato più umano e affettivo. Se persino Babbo Natale è senza dimora, chi può dirsi davvero al sicuro?“.
L’installazione di Villa ci invita a riconoscere che non esistono persone invincibili e che le difficoltà degli altri possono improvvisamente diventare le nostre.
Un monito sulla precarietà che diventa appello ad attivarci come comunità pronta ad accogliere e aiutare.
L’opera è una delle azioni della campagna “Quest’anno il Natale sei tu” che in un video ripercorre la storia del nostro Babbo Natale e ci ricorda quanto siamo importanti gli uni per gli altri.
Di fronte alla facilità con cui tutti possiamo cadere o attraversare un momento di incertezza, ognuno di noi può essere la mano che aiuta, ognuno di noi può essere il Natale per qualcun altro.
Nelle ore in cui Babbo Natale è rimasto esposto sotto le pensiline degli autobus, molti passanti si sono fermati e avvicinati, chi sorpreso, chi interrogativo. E c’è anche chi, scambiando il manichino per una persona vera, gli ha avvolto il piede con la coperta perché non prendesse freddo.
Vorremmo che le nostre città fossero piene di gesti di attenzione e premura come questo.