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La pandemia ha amplificato il tema urgente della casa, della necessità di avere uno spazio privato dove proteggere la salute propria e quella altrui. Chi non ha una casa ha vissuto mesi disperati e la situazione è diventata ancora più drammatica con l’arrivo della stagione fredda e il precipitare delle temperature.

Segnalate dal Centro Sammartini del Comune (ex Centro Aiuto), provengono dalla strada o dai dormitori: sono uomini e donne, il più giovane ha 20 anni, il più anziano supera la settantina e hanno tutti un buon livello di autonomia personale. Per un anno vivranno ospiti in 8 appartamenti in condivisione, dislocati in zone diverse della città, che possono accogliere da un minimo di 2 ad un massimo di 8 persone. Colloqui individuali hanno permesso di conoscerli, individuare le soluzioni abitative più idonee e comporre nuclei omogenei per facilitare la convivenza.

Uno degli appartamenti del progetto di accoglienza residenziale per persone senza dimora

L’aiuto va dalla regolarizzazione dei documenti alla richiesta di sussidi e agevolazioni, che spesso le persone senza dimora non sanno di poter ottenere, fino alla ricerca attiva di un lavoro e di un’abitazione propria; quando necessario, sarà chiesto il supporto di un medico, una psicologa e un avvocato. Importante anche il contributo dei volontari coinvolti nella consegna mensile dei pacchi viveri e nelle lezioni di italiano per gli ospiti stranieri.

Quanto avere un tetto sopra la testa sia una necessità primaria e fondamentale, l’emergenza sanitaria di questi mesi lo ha ampiamente dimostrato.

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