“A Roma le strade sono piene di gente che non ha un posto dove dormire. Ieri, alla stazione Termini, ho incontrato un ragazzo. Era scalzo, con i piedi gonfi per il freddo. Non potevo far finta di niente, sono tornato a casa e ho recuperato un paio di scarpe da ginnastica che mi ero comprato e gliele ho portate. È un gesto che mi ha fatto stare bene, se non ci aiutiamo tra noi…”
Da un anno Angelo vive a Casa Arca, struttura di accoglienza residenziale dove ospitiamo persone fragili e senza dimora, accompagnandole in un percorso di progressiva riconquista dell’autonomia.
Del suo passato racconta soprattutto la solitudine con cui ha dovuto convivere fin da bambino. Una famiglia, Angelo non l’ha mai avuta. Piccolissimo perde entrambi i genitori e viene affidato alle cure di una zia, a 16 anni inizia a guadagnarsi da vivere, cresce in fretta e impara a contare solo su se stesso per affrontare le curve impreviste della vita.
Due anni fa la ditta dove lavora come termoidraulico entra in crisi e non gli rinnova il contratto; con quel poco di risparmi messi da parte, Angelo paga l’affitto per qualche mese, poi finisce in strada. Le prime notti prova a chiudere occhio sui sedili degli autobus ma il freddo è talmente insopportabile da convincerlo a chiedere aiuto per un posto letto in dormitorio.
Se mi sono buttato giù? Mai. La mia vita è stata così difficile che per restare a galla ho dovuto imparare a guardare sempre avanti.
A dicembre, in piena emergenza Covid, riceve dai servizi sociali la proposta di entrare a Casa Arca. “È stato il primo Natale in una casa vera dopo tanto tempo”. Angelo lo fa coincidere con l’inizio della sua rinascita. Da allora, di passi guardando avanti ne ha messi tanti in fila. È tornato ad avere un lavoro in una ditta di termoidraulica, con la nostra èquipe socio-educativa sta facendo un piano di risparmio e appena arriverà il contratto a tempo pieno, cercheremo insieme una casa in autonomia.
Non disprezzo niente di quel che mi è successo e che potrebbe capitare a chiunque. Lo considero un incidente di percorso e un’esperienza di vita.
L’ultimo pensiero di Angelo è per chi ha un cammino ancora in salita da affrontare. “Mi auguro che quest’anno l’inverno non faccia vittime, che chi è là fuori possa trovare un riparo adeguato perché in strada il freddo è un nemico micidiale e fa tanta paura…”