Cinque giorni a settimana, un camper attraversa i quartieri della periferia di Milano per consegnare la spesa dei nostri Market solidali e offrire assistenza ad anziani in difficoltà, senza una rete familiare di sostegno. A guidarlo c’è Dario, custode sociale. Scherzando, dice di aver acquisito una cinquantina di nonni.

In due parole, chi è il custode sociale?
Un’antenna sul territorio e un facilitatore che fa da ponte tra i cittadini e i servizi di cui hanno bisogno. Con il mio lavoro entro in tante case, e ognuna ti parla. Piccoli dettagli rivelano moltissimo della qualità di vita di una persona: se è ancora autonoma oppure se, come spesso accade, ha iniziato a trascurarsi e a lasciarsi andare…
Quali sono i bisogni più ricorrenti?
Affrontare la quotidianità può diventare un’impresa per un anziano solo e con pochi mezzi. Le richieste vanno dal disbrigo di commissioni come il ritiro di farmaci o altri beni di prima necessità, alla compilazione di documenti per accedere a sussidi, all’assistenza nell’uso dello SPID per prenotare visite mediche fino al supporto in caso di piccoli guasti: una lavatrice rotta, una caldaia che non funziona. Capita anche di entrare in appartamenti così in stato di abbandono da rendersi necessari un intervento di sanificazione e la presa in carico dei servizi sociali.
Povertà è anche abbandono…
E solitudine. La povertà materiale è spesso accentuata da una povertà di relazioni che, nel caso di anziani che hanno difficoltà anche a uscire di casa, può sfociare nell’isolamento. Ricordo la frase di una signora: “Col Covid o senza, per me non è cambiato nulla”. Avere un po’ di compagnia, una presenza amica che sai che ti verrà a trovare è, tra tutti, il bisogno più urgente.
Si saranno creati dei legami, è così?
Per molti è stato naturale invitarmi in cucina per un caffè. Altri, le prime volte, hanno preferito aspettarmi fuori dal cancello perché li imbarazzava farmi entrare in casa. Col tempo si sono stretti dei legami di amicizia. Come con Mario, 90 anni, simpaticissimo, che sogna di andare a Cuba e mi ha chiesto di guardare insieme i voli aerei. O con Antonio, che vive in una casa piena di ricordi e ama leggermi le sue poesie. Di una ho trascritto un verso: “Il silenzio a volte fa paura, a volta dona saggezza, la capacità di amare questo mondo e di imparare ad ascoltare gli altri”.
