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Dopo la laurea in Sociologia e un master in counseling, Ilenia risponde ad un annuncio di lavoro come operatrice per Progetto Arca. Il colloquio con l’allora direttore dei servizi, il carissimo Renzo Nese, è indimenticabile. Ilenia viene subito selezionata e da Napoli, la sua città, si trasferisce a Milano.
Da quel giorno sono trascorsi 15 anni in cui l’organizzazione è cresciuta moltissimo, e Ilenia con lei.

Ilenia, coordinatrice dell'area Housing per persone senza dimora

Ho iniziato come custode sociale, offrendo compagnia e supporto ad anziani soli, che vivevano nelle case popolari della periferia milanese, li accompagnavo a fare la spesa, alle visite mediche… Poi, dopo la seconda laurea in Scienze del servizio sociale, ho lavorato a contatto con altre fragilità seguendo molti progetti anche sperimentali: il primo Piano freddo, l’Emergenza Nord Africa, la Post Acute for Homeless che praticamente ho visto nascere. Dal 2018 coordino l’équipe socio-educativa dell’area Housing per persone senza dimora.

Come un’incredibile palestra umana e professionale. In questi 15 anni ho avuto la fortuna di non essere mai stata ferma pur restando sempre nello stesso posto. E non poteva che essere così. Progetto Arca, per DNA, è un’organizzazione che cambia e si rinnova e che proprio per questa sua capacità di stare nel cambiamento, tiene il passo e anticipa risposte a bisogni che crescono e che cambiano molto velocemente. Se il cambiamento mi fa paura? Lo vivo bene, è stimolante e fa parte della vita.

Sì, è la storia di un ragazzo giovanissimo, originario del Niger. Viveva in strada ma aveva una grandissima voglia di riscatto e ha saputo cogliere tutte le opportunità che gli sono state offerte. In questi anni ha fatto passi da gigante: il diploma di scuola superiore, un lavoro, l’indipendenza economica e tra poco una casa. Sono stata la sua assistente sociale e insieme una sorella e un’amica. Lui è la mia soddisfazione più grande.

Tieni sempre accesa la scintilla dell’entusiasmo. 30 anni sono un bel traguardo, Progetto Arca, ma c’è ancora tanto bisogno di te.

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